mercoledì 5 giugno 2019




Erving Goffman





Sociologo Canadese, compì i suoi studi prima a Toronto e poi a Chicago, dove resterà affascinato e influenzato dagli studi della famosa scuola capeggiata da R.E. Park. 

Allievo di G.H. Mead, Goffman cerca di correggere gli errori dell’interazionismo simbolico, soprattutto riguardo l’omogeneità dei contesti come presente nella sua formulazione originaria. 
Egli ritiene che l’interazione simbolica, ossia lo scambio di segni e significati tra gli attori, sia al centro della vita sociale e si svolga all’interno di contesti di vita differenti che rimandano a segni e significati differenti. 

Inserito entro uno schema concettuale fenomenologico dove l’agire quotidiano viene visto come rappresentazione teatrale del sé, i diversi contesti di vita si presentano quindi come altrettanti palcoscenici che richiedono strategie comportamentali diverse. Strategie messe in atto dagli individui per mostrarsi agli altri: la sociologia di Goffman studia proprio queste strategie all’interno del contesto specifico (il frame). 

E’ dunque interessato alle relazioni di ogni giorno, alle interazioni praticate degli attori per poter rendere lo spazio abitabile, a quella che è stata definita micro-sociologia,. 

Uno tra i suoi studi più famosi è quello sulle reazioni dei pazienti alle strutture burocratiche di un ospedale psichiatrico, per il quale trarrà informazioni osservando direttamente i pazienti all'Istituto d'igiene mentale di Washington. 

Altri suoi studi riguardano le forme del discorso o la rappresentazione del sé nella vita metropolitana. I suoi lavori si presentano sempre ricchi di dettagli e particolari che rendono le sue opere uno specchio della vita di ogni giorno. Criticato per il suo s
carso rigore metodologico positivista, Goffman si iscrive in quella tradizione etnografica iniziata dalla scuola di Chicago. 

Rappresenta ancora oggi uno dei contributi più originali e innovativi della sociologia moderna e le sue intuizioni sulla teatralità della vita costituiscono uno dei capisaldi della disciplina. 

Tra le sue opere più note: The Presentation of Self in Everyday Life (1956), Asylums: Essays on the Social Situation of Mental Patients and Other Inmates.(1961), Behavior in Public Places: notes on the social organization of gatherings (1963), Stigma: Notes on the Management of Spoiled Identity (1963), Frame analysis: An essay on the organization of experience (1974), Form of Talk (1981).